Caro Liceo Ancina, mai in questi anni che frequento le tue quattro mura, mi era venuta la malinconia. Proprio in questa vacanza forzata in cui ci troviamo ho potuto riflettere a fondo su quanto, in fondo, sia legata a te e a TUTTE le persone che ho incontrato per merito tuo. Si proprio tutte. Manca vedere Bruna che ti saluta ogni mattina con il sorriso o le battute di Saverio, ma non solo loro. Per quanto possa essere snervante e pesante a volte ascoltare una lezione alla prima ora (quando magari si hanno 4/5 ore di sonno per lo studio per un’interrogazione o una verifica) o all’ultima (quando la testa, almeno nel mio caso, pensa già “cosa mangio a pranzo?”), quella persona che sta lì seduta alla cattedra riesce sempre a catturare un minimo della tua attenzione e quel minimo può diventare massimo in un secondo. Mi manca sentire le spiegazioni fatte dai prof in persona e non leggere semplicemente quello che c’è sul libro, sentire la passione che viene messa mentre l’insegnante spiega credo che sia la cosa più bella che rimane alla scuola. L’unica cosa positiva di questa vacanza è il riposo, perché ammettiamolo non sei l’ambiente più tranquillo in cui studiare, l’ansia non manca, anzi è una costante. Ma come ho già detto è grazie a te se ho conosciuto i migliori compagni che potessi desiderare e per quanto a volte siano casinisti, non sentire quel baccano tutti i giorni è la mancanza più grande quando si è costretti a rimanere a casa nel più totale silenzio a volte. 

È proprio quando qualcosa ci viene tolta che capiamo la sua importanza. Spero che tutta questa faccenda si risolva presto per tornare da te.

Un’ alunna del liceo