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Il Valore Aggiunto

Buonasera prof.,

la sua lezione mi ha fatto ricordare quale sia il valore aggiunto della scuola fatta in presenza, quindi in una vera classe, tutti insieme, faccia a faccia.

In questa situazione noi studenti siamo lasciati un po’ allo sbaraglio, non tanto perché nessuno è veramente pronto a gestire al meglio la situazione, ma credo soprattutto perché, come abbiamo già detto tantissime volte, l’insegnante non deve solo insegnare, deve anche educare. Diventa quasi una guida che giorno dopo giorno accompagna i propri studenti: li stimola e la maggior parte delle volte insiste. Sia che lo faccia per sé (perché è un suo dovere), sia che lo faccia per smuovere qualcosa dentro gli alunni, questo suo insistere e pretendere sempre il meglio ritengo sia fondamentale. E ora più che mai me ne rendo conto…

Alla fine quel primo valore, l’educare, si sta perdendo perché manca tutto il contorno: un ambiente condiviso, uno scambio diretto e veloce di feedback, la possibilità di fare veri e propri discorsi, dai quali alla fine fuoriescono veramente gli argomenti più importanti o che ci stanno più a cuore. Il problema però, a mio parere, va ben oltre, perché noi studenti siamo limitati in tutto quello che rientra nel campo dell’esperienza diretta. Come facciamo a crescere dal punto di vista formativo se non possiamo “allenarci” in un ambiente favorevole, adatto? Concretamente parlando non possiamo fare lavori di gruppo, o meglio potremmo farli via Skype, ma verrebbe a perdersi tutto l’apparato fondamentale della comunicazione paraverbale e nonverbale; spesso non possiamo vedere l’espressione che un nostro compagno ha mentre interviene in un discorso, perché il canale che usiamo per fare lezione non ci permette agevolmente di vedere tutti in faccia, o ancora non possiamo partecipare alla maggior parte delle attività ordinariamente proposte dalla scuola. Per quanto riguarda gli affetti, si possono coltivare solo limitatamente le relazioni createsi in classe, che normalmente aiutano ad attenuare lo stress dovuto al troppo lavoro o a una verifica e che alleggeriscono la pesantezza delle giornate di maggio, quando ormai le vacanze si avvicinano. Ecco, tutto questo perde una buona parte del suo valore, se fatto al telefono o anche in videochiamata, perché si smarrisce quasi la concretezza della persona, che si inizia a ricordare come un’immagine, e ci si inizia a sentire sempre più soli, isolati. Tutto questo per dire che la scuola è anche un luogo di incontro e di socializzazione, dove avviene un continuo scambio di conoscenze tra gli individui: una sorta di mercato dove l’economia di basa sul baratto.

Mi piacerebbe concludere con una frase che ormai dalla prima ci “perseguita”: l’uomo è un animale sociale. L’uomo cerca l’uomo, sempre, e lo cerca nella sua completezza, nella sua interezza, nella fisicità e nello spirito, non in un’immagine offuscata di Meet…….  

           Sara Olivero  III B SU



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